Come produrre “freddo” in Africa con l’energia solare

Come produrre “freddo” in Africa con l’energia solare

I condizionatori di bassa qualità usati nelle città africane impattano su reti elettriche non adeguate. Per raffrescare le abitazioni, conservare vaccini e alimenti si punta a soluzioni innovative anche basate sull’energia solare.

Nelle città africane l’impiego di condizionatori e di altri tipi di sistemi di raffreddamento comporta un consumo annuo di 11 miliardi di kWh.

Anche se il numero di impianti è ancora limitato, essi sono in genere molto inefficienti contribuendo ad un sovraccarico delle linee e a numerose interruzioni.

Milioni di climatizzatori di seconda mano poco efficienti vengono venduti in Africa ogni anno. Alcuni paesi si stanno quindi attrezzando. Così, il Ruanda ha adottato a partire dal 1° gennaio 2021 standard energetici severi ed etichette energetiche per nuovi condizionatori e frigoriferi, vietando l’importazione di apparecchi usati.

Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), i consumi di elettricità per questi impieghi potrebbe decuplicare entro il 2040 a causa dell’aumento della domanda e dell’incremento delle temperature.

Un’altra soluzione di raffreddamento decisamente a bassa tecnologia che sta guadagnando interesse sono i “tetti freddi”. Applicando un rivestimento riflettente solare a basso costo sui tetti, le temperature interne degli edifici possono essere drasticamente ridotte.

È stata anche lanciata la Million Cool Roofs Challenge, una competizione per aumentare rapidamente la diffusione di queste soluzioni.

Ma il freddo serve anche per conservare vaccini e alimenti.

Una promettente soluzione che si sta diffondendo riguarda il raffreddamento come servizio: gli agricoltori che non possono permettersi di investire in impianti costosi hanno trovato un’alternativa in tecnologie per le quali pagano una quota mensile.

Ma oltre alle modalità di vendita, anche sul fronte delle tecnologie vi sono novità.

Ad esempio, i sistemi “solar direct-drive” che sostituiscono l’accoppiata di un impianto fotovoltaico, batteria e frigorifero. Questo approccio molto più semplice si è diffuso negli ultimi dieci anni. Durante il giorno un compressore congela l’acqua che diventa appunto ghiaccio permettendo così di garantire temperature di 5-10 °C all’interno del frigorifero.

L’alleanza globale per i vaccini, Gavi, ha consegnato più di 15.000 di questi frigoriferi solari a trasmissione diretta a decine di paesi africani. I funzionari di Gavi attribuiscono ai frigoriferi solari un aumento del 25% nei tassi di vaccinazione dei bambini rispetto a un decennio fa.

Fonte: www.qualenergia.it/articoli/come-produrre-freddo-africa-energia-solare

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