Una piccola guida ai luoghi comuni sulle auto elettriche… cinque miti da sfatare!

Una piccola guida ai luoghi comuni sulle auto elettriche… cinque miti da sfatare!

I luoghi comuni sulle auto elettriche sono sempre gli stessi, ma spesso si basano su argomenti fragili.

Chi utilizza un’auto elettrica da tempo è sicuramente abituato alla curiosità di amici e conoscenti, e spesso anche a quella dei passanti per strada. Purtroppo però le domande (e le obiezioni) sono spesso infarcite di luoghi comuni e falsi problemi. Volkswagen, nell’ottica del suo sforzo di promuovere la nuova gamma ID elettrica, ha realizzato una piccola guida ai miti sulle auto elettriche. Prendiamo spunto dalla loro ricerca scegliendo i cinque punti secondo noi più critici.

Le auto elettriche costano troppo

Questa può essere un’affermazione sensata per una certa fascia di popolazione che punta ad utilitarie dal prezzo spesso sotto i 10.000 euro, ma appena ci si alza da questo target le cose cambiano sensibilmente. Ad oggi il costo delle auto elettriche è già diminuito parecchio, anche grazie alla diminuzione del costo delle batterie. Auto elettriche compatte come la Renault Zoe godono di offerte che fanno gravitare il prezzo intorno alla fascia dei 15.000 euro, ovvero l’equivalente di una vettura endotermica ben accessoriata.

A ridurre il costo di possesso di un’auto elettrica contribuiscono poi diversi altri fattori. Il “rifornimento” in primo luogo è molto meno costoso, nei casi peggiori circa la metà di benzina e gasolio, e l’auto non necessita di importanti manutenzioni come tagliandi o revisioni meccaniche. A questo si aggiunge anche l’assenza della tassa di possesso in molti Stati e regioni, agevolazioni per parcheggio o ZTL. A chiudere la categoria dei vantaggi ci sono infine gli incentivi all’acquisto messi in campo dai diversi governi. La stessa Volkswagen punta a vendere la gamma entry level della ID.3 a circa 24.000 euro, prezzo possibile anche in Italia.

Ansia da ricarica: poche colonnine, tempi d’attesa, poca autonomia

In realtà sarebbero tre punti distinti, ma che possono agevolmente rientrare tutti nella categoria “ansia da ricarica”. Il problema della mancanza di colonnine, forse vero fino a qualche anno fa, sta rapidamente scemando grazie a numerose forze in campo. Anche nella lenta Italia sono sempre di più le zone coperte da colonnine di ricarica fast, anche di importanti network europei come Ionity. Il punto di riferimento nazionale, Enel X, prosegue il suo lavoro giorno dopo giorno, e prevede entro breve migliaia di nuovi punti di ricarica. In un Paese notoriamente più all’avanguardia come la Germania le stazioni di ricarica sono oltre 17.400. In altre realtà, come i Paesi Bassi, nuove aziende hanno inaugurato nuovi modelli di stazioni di servizio, lungo tutto il territorio. È il caso della popolare Fastned. Anche storiche aziende del mondo oil hanno capito che l’attenzione alla rete di ricarica potrà pagare nel lungo periodo, così sono scese in campo realtà come Eni e Shell.

Per quanto riguarda invece i tempi d’attesa, le nuove auto in arrivo hanno tutte potenze di ricarica elevate, anche 100/125 kW, il che significa ricaricare in circa 30 minuti fino a 260 km di autonomia. Un fattore poi molto poco considerato è che il proprio veicolo si troverà completamente scarico solo in determinate occasioni, mentre per la maggior parte dei casi si tratterebbe solo di un rabbocco a batteria semi carica. A ciò si deve aggiungere anche che la ricarica notturna, presso strutture ricettive, o presso luoghi di lavoro giocheranno un ruolo importantissimo: le auto si ricaricano quando normalmente sono ferme e inutilizzate, anche a bassa potenza per molte ore. Immaginate di trovare l’auto con il pieno sopo le 8 ore di lavoro in ufficio: in tante città questa possibilità esiste già.

L’ultimo dubbio di questo punto riguarda la ridotta autonomia. Anche questo è un problema legato alle primissime generazioni di vetture, ma ad oggi l’auto elettrica più semplice raggiunge senza difficoltà i 300 km di autonomia, e quelle in uscita nei prossimi mesi saranno praticamente tutte tra 400 e 500 km di range. Questa autonomia, unità a stazioni di ricarica distanti circa 100 km una dall’altra, fa sì che con un’auto elettrica si possa andare virtualmente ovunque.

Le auto elettriche sono pericolose

La stampa generalista cavalca da tempo il clamore di incidenti capitati ad auto elettriche, sottolineando falsamente un certo grado di pericolosità. In realtà le vetture a batteria sono quelle con i più alti standard di sicurezza, proprio perché i costruttori conoscono e prevedono le varie criticità. In caso di incidente il flusso di energia dalle batterie è bloccato istantaneamente e il rischio di incendio è molto più basso rispetto a pari vetture endotermiche. Il numero di auto con motore a combustione che prendono fuoco è enormemente più grande, ed accade comunque nei casi più gravi che rappresentano un’eccezione.

Per quanto riguarda invece il normale utilizzo di tutti i giorni, le auto elettriche vanno perfettamente d’accordo con il cattivo tempo, con sistemi di ricarica assolutamente sicuri anche in caso di pioggia. Persino in un temporale non c’è nessun rischio riguardo fulmini e scariche elettriche: la cosiddetta “gabbia di Faraday” protegge l’auto elettrica e nessun elemento attira i fulmini più di altri oggetti.

Le auto elettriche non sono davvero ecologiche

Probabilmente questa è l’obiezione più gettonata in assoluto, ma evidentemente utilizzata da chi non conosce per nulla il sistema energetico nazionale e internazionale, tanto meno i gradi di efficienza delle diverse motorizzazioni. Innanzitutto le emissioni zero locali sono già un grandissimo vantaggio, sgravando le zone urbane da inquinamento pesante. Ma anche considerando energia elettrica non da fonti rinnovabili, l’efficienza del motore elettrico rappresenta un vantaggio incolmabile. Circa il 90% dell’energia immessa nel motore si trasforma in moto, contro il 20/30% dei migliori motori a combustione, che sprecano tantissima energia in calore e attrito delle parti meccaniche. Al contrario una centrale elettrica a idrocarburi ha invece valori di efficienza ben più alti, poiché funziona sempre al miglior regime e con tutti gli accorgimenti anti inquinamento del caso. L’accoppiata motore elettrico – centrali elettriche quindi batte a mani basse milioni di piccoli e inefficienti motori endotermici.

Nemmeno le batterie, costose e inquinanti da produrre, riescono ad intaccare sensibilmente i livelli di emissioni globali per tutta la vita di un veicolo. I moderni LCA (Life Cycle Assessment) mostrano chiaramente che considerando la fase di produzione, utilizzo e smaltimento, le auto elettriche hanno emissioni circa dimezzate rispetto ad una vettura con motore diesel, considerando il mix energetico medio europeo.

La rete energetica non può sostenere troppe auto elettriche

Altro argomento utilizzato molto spesso, sempre figlio di non conoscenza dei fatti. Sempre portando il caso di Volkswagen, che ha redatto un studio in collaborazione con i gestori energetici tedeschi, in Germania il consumo annuale di elettricità è pari a 520 TWh. Se le auto elettriche dovessero raggiungere il già notevole numero di 1 milione, consumerebbero solo 2.4 TWh, equivalente allo 0.5% del totale. Calcoli simili sono stati fatti anche in Italia, e il risultato è molto simile. Un fattore accomuna diversi Paesi europei, Germania e Italia compresi: la rete è spesso in sovraproduzione rispetto alla domanda, tanto che alcuni impianti vengono spenti o frenati e le auto elettriche in realtà contribuirebbero a mitigare questo problema. Del resto la Norvegia, dove per diversi mesi le auto elettriche hanno rappresentato il 50% delle nuove immatricolazioni, ci dimostra come non siano necessari grossi cambiamenti alla rete per supportare la ricarica dei veicoli.

Fonte > DMove.it > http://bit.ly/2F1iNq2

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