Le nuove linee guida sulla sanificazione: tutta l’attenzione è sulla ventilazione degli ambienti

Le nuove linee guida sulla sanificazione: tutta l’attenzione è sulla ventilazione degli ambienti

Per la prima volta viene dato un peso prioritario alla trasmissione via aerosol e passano in secondo piano le superfici. Le tecnologie disponibili per ridurre il rischio di contagio

di Cristina Marrone | www.corriere.it

L’Istituto Superiore di Sanità ha aggiornato le raccomandazioni sulla «sanificazione per strutture non sanitarie nell’attuale emergenza Covid-19», intendendo per sanificazione un’attività relativa sia alle superfici, sia gli ambienti. Per la prima volta viene dato un peso prioritario alla trasmissione aerea del coronavirus. «Le concentrazioni più elevate di carica virale sono presenti in prossimità di un soggetto infetto, tuttavia i contagi da Sars-CoV-2 si possono verificare anche a distanze maggiori attraverso l’inalazione di particelle cariche di virus trasportate dall’aria in spazi interni non correttamente aerati, condivisi con individui infetti . È noto che la trasmissione per via aerea è la modalità dominante di numerose infezioni respiratorie, in particolare in ambienti poco ventilati» scrivono gli esperti che hanno stilato le raccomandazioni. Sulla base delle conoscenze acquisite nei mesi gli organismi internazionali riconoscono nella trasmissione per via aerea una modalità significativa di contagio piuttosto che attraverso il contatto con le superfici. Di conseguenza ora viene richiesta maggiore attenzione sugli aspetti riguardanti la sanificazione dell’aria e degli ambienti piuttosto che sulle superfici: il contatto con superfici contaminate è infatti adesso ritenuto una modalità di trasmissione del virus estremamente rara (i Cdc americani parlano di 1 su 10 mila).

Superfici e aria

Le linee guida ribadiscono le già note modalità per la disinfezione delle diverse superfici con prodotti virucidi a base di ipoclorito di sodio o alcol, ma grande attenzione è posta al ricambio frequente d’aria almeno con l’apertura delle finestre (il ricambio completo può essere monitorato con l’utilizzo di sensori di CO2) o comunque con purificatori d’aria portatili là dove non si può intervenire con impianti di ventilazione meccanica.

I diversi scenari

Purtroppo non esiste un «numero magico» di ricambi d’aria necessari per prevenire il contagio Sars-CoV-2 perché entrano in gioco diversi fattori: qualità dell’aria utilizzata per il ricambio, numero di persone presenti, tipo di attività svolta (si emette più aerosol parlando ad alta voce o facendo attività sportiva), dimensione degli ambienti, tipo di ventilazione. Gli scenari sono diversi e vanno valutati caso per caso. Esistono comunque modelli che consentono di fornire le giuste indicazioni. È chiaro che, un preside o un ristoratore che si trovano a dover decidere come mitigare il rischio di contagio, per quanto riguarda la ventilazione dovrebbe affidarsi ad enti specializzati per trovare la giusta soluzione.

La ventilazione da sola non basta: gli altri parametri

Nel documento viene però ribadito che la sola ventilazione non è sufficiente per ridurre il rischio a valori accettabili. È necessario intervenire in modo prioritario sulla riduzione dell’emissione. Per Sars-CoV-2 è stato visto che passando dalla semplice respirazione al parlare ad alta voce o cantare, l’incremento delle particelle di aerosol emesse aumenta fino a 100 volte. Per questo nelle scuole viene suggerito agli insegnanti, che devono tenere un tono di voce alto per spiegare, di utilizzare microfoni così da poter abbassare la voce ed emettere meno aerosol. In questo modo in una classe standard sarebbero sufficienti tre ricambi d’aria completi per avere un Rt inferiore a 0,75. Nei ristoranti invece, dove non è possibile ridurre «l’emissione della sorgente» (dal momento che le persone conversano ad alta voce senza altre protezioni), viene suggerito di intervenire, accanto alla ventilazione, sui tempi di permanenza e affollamento. Anche in questo caso esistono modelli applicabili per ridurre il rischio.

Le tecnologie disponibili

Il documento elenca una serie di tecnologie con capacità virucida con schede di approfondimento e valutazioni tecnico-scientifiche. Uno schema finale riassume potenzialità e rischi di ogni metodo. Emerge che l’unica tecnica sempre sicura e non nociva con la presenza di persone sono i purificatori con filtrazione meccanica – filtri HEPA (High Efficienty Particulate Air filter) oppure ancora più performanti , filtri ULPA (Ultra Low Penetration Air).

Per ogni tecnologia proposta vanno controllate le certificazioni su:
– efficienza di abbattimento
– portata dell’aria trattata
– eventuali prodotti inquinanti emessi

Fonte articolo: https://www.corriere.it/salute/dermatologia/21_giugno_04/nuove-linee-guida-sanificazione-tutta-l-attenzione-ventilazione-ambienti-11e1669e-c2d0-11eb-8124-01fce1738742.shtml

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